Scompare Alaa Asaad Hashim dopo mesi in stato di coma
di Laura Sestini
Continuano in Palestina gli omicidi mirati dei giornalisti da parte delle IDF, una carneficina che dal 7 ottobre ha raggiunto quota 206 operatori dell’informazione.
Il Forum dei giornalisti palestinesi, ha identificando l’ultima delle vittime in Alaa Asaad Hashim, una giovane giornalista deceduta per le ferite riportate mesi fa durante un bombardamento israeliano a Gaza City, e rimasta in stato di incoscienza durante tutto il periodo. La notizia rimbalza dall’agenzia di stampa turca Anadolu, ripresa da alcune testate giornalistiche mediorientali.
La ONG ha pianto Hashim e ha condannato il silenzio internazionale e la mancata protezione dei giornalisti palestinesi. Ha inoltre esortato a “consentire ai giornalisti di svolgere i loro doveri professionali in conformità con le leggi internazionali e le convenzioni umanitarie”.
Si è pronunciato anche l’ufficio stampa governativo di Gaza City, affermando che Israele ha preso di mira i giornalisti “nel tentativo di sopprimere la narrazione palestinese e cancellare la verità. Tuttavia, l’occupazione non è riuscita a spezzare la volontà del grande popolo palestinese”.
La guerra genocida di Israele contro Gaza è considerata la più mortale per giornalisti e operatori dei media al mondo degli ultimi 30 anni. Molte le critiche che accusano Israele, che ha vietato ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza, di prendere di mira i giornalisti nel territorio palestinese per oscurare la verità sui suoi crimini di guerra lì.
Nel suo rapporto annuale, il Committee to Protect Journalists (CPJ) ha affermato che nel 2024 è stato ucciso un numero record di giornalisti, con Israele responsabile di oltre due terzi di queste morti.
La Direttrice del comitato, Jodie Ginsberg, ha affermato nella sua dichiarazione che “la guerra a Gaza non ha precedenti nel suo impatto sui giornalisti e dimostra un importante deterioramento delle norme globali sulla protezione dei giornalisti nelle zone di conflitto” ma è ben lungi dall’essere l’unico posto in cui i giornalisti sono in pericolo”.
Almeno 85 giornalisti sono morti nel 2024 per mano dell’esercito israeliano durante la guerra di Israele a Gaza, ha affermato il CPJ, di cui 82 di coloro che sono stati uccisi erano palestinesi. Il gruppo di difesa ha anche accusato Israele di aver tentato di bloccare le indagini sulle uccisioni, di scaricare la colpa sui giornalisti per le loro stesse morti e di ignorare il suo dovere di ritenere il proprio personale militare responsabile per le uccisioni di così tanti operatori dei media.
In un recente rapporto, la Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) e ha descritto il 2024 come “uno degli anni peggiori per i professionisti dei media“, condannando il massacro che si sta verificando in Palestina davanti agli occhi del mondo intero.
In un rapporto separato, Reporter Senza Frontiere (RSF) ha affermato che la Palestina è il paese più “pericoloso per i giornalisti, registrando un numero di morti più alto di qualsiasi altro paese negli ultimi cinque anni”.
Intanto, mentre si piange sulle spoglie di Alaa Hashim, un’ennesimo attacco di drone, stavolta su Beit Lahiya, area a nord di Gaza City occupata dagli israeliani, uccide due giornalisti, lo riporta una breaking news di Al-Quds Net, e un totale di nove persone, di cui alcuni operatori umanitari.
Oltre un centinaio di Palestinesi sono stati uccisi da attacchi israeliani dall’inizio della tregua. Quale tregua?
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Sabato, 15 marzo 2025 – Anno V – n°11/2025
In copertina: Alaa Asaad Hashim