
Nel cuore storico di La spezia, in via del Prione, nell’elegante spazio in stile neomedievale della Palazzina delle Arti L. R. Rosaia – situata all’interno del complesso architettonico che ospita anche il Museo del Sigillo e il Museo Civico Amedeo Lia – per un intero mese avremo la possibilità di tuffarci nell’immaginario di uno tra i maggiori artisti mondiali, il regista, attore e drammaturgo Robert Lepage, noto anche al grande pubblico per le sue collaborazioni con il Cirque du Soleil.
La mostra del fotografo Marzio Emilio Villa dedicata a Lepage ha, non solamente il valore di aprire un dialogo artistico tra il Québec e la città di La Spezia, ma di essere anche la prima dopo il lungo periodo di stop a causa della pandemia e di presentarsi nel nuovo allestimento, che caratterizzerà d’ora in avanti lo spazio espositivo spezzino. Barbara Viale, conservatrice della Palazzina delle Arti racconta: “La mostra /ke′bɛk/ Lepage, ritratti e ambienti avrebbe dovuto essere inaugurata alla Palazzina delle Arti della Spezia nel mese di marzo 2020; tutto era pronto, l’allestimento già pianificato e le opere in attesa di essere esposte. La chiusura improvvisa a seguito della diffusione della pandemia ci ha costretti a rimandare questo progetto, offrendomi però l’occasione e il tempo necessari a rivedere gli spazi espositivi a nostra disposizione. Intervenendo, quindi, nella più ampia fra le sale che si trovano al primo piano dell’edificio, è stato realizzato un progetto molto lineare grazie al quale oggi abbiamo a disposizione nuove pareti molto più ampie: la maggiore libertà compositiva che ne è derivata, ha trovato immediata applicazione nella realizzazione della tanto attesa mostra di Marzio Emilio Villa permettendoci di comporre le fotografie per nuclei tematici, dando così vita ad accostamenti molto suggestivi che si sono dimostrati funzionali a comunicare pienamente l’esperienza del viaggio, insieme geografico e introspettivo, che l’artista compie attraversando il Québec”.
Una mostra sinestesica da vivere con tutti i sensi, /ke′bɛk/ Lepage, ritratti e ambienti, permette di ricostruire tridimensionalmente l’universo poetico, estetico ma anche etico, in cui si muove il Maestro Québécois. Le parole dei suoi testi drammaturgici sono un filo che, nella mente del visitatore, tesse i pensieri e le emozioni che sottendono alle immagini suggestive di un Québec rivisitato dall’occhio e dalla sensibilità del fotografo, Marzio Emilio Villa; mentre la musica originale di Virginie Bujold-Paré (giovane violinista autoctona, il cui splendido volto è ritratto nella locandina della mostra) romperà la bidimensionalità delle foto per aprire a un’ulteriore dimensione – sia emotiva sia spaziale.

Del resto, è rileggendo i suoi testi teatrali che la curatrice della mostra e dell’intero progetto, Anna Maria Monteverdi, e il fotografo Marzio Emilio Villa si sono accorti “che quelle persone esistevano davvero e si poteva trovarle tra gli hangar del vecchio porto, risalendo la ‘strada del fiume’ San Lorenzo, perdendosi tra i graffiti colorati raffiguranti gli indiani Prime nazioni”. Affascinati dall’universo ricreato nei tanti spettacoli teatrali, le domande hanno cominciato a rincorrersi nelle loro menti: dove è nata la vena poetica del poliedrico Lepage? Qual è stato il crogiuolo di etnie e culture che ne hanno forgiato l’inconfondibile tratto artistico? Come spiega Anna Maria Monteverdi, la loro ricerca si è indirizzata verso: “Una mostra sul ‘teatro invisibile’: non c’è l’immagine di un teatro, di un palcoscenico o degli attori, ci sono volti fissati con una maestria e una sensibilità quasi commuovente da Marzio Emilio Villa, colti in strada, nel metro di Montréal o nel quartiere cinese”.
In questo modo i visitatori potranno aprire il loro sipario immaginifico, vagando, come flâneurs, nel vivace quartiere delle arti di Québec City, il Montcalm – noto per i suoi teatri, le gallerie e i ristorantini francesi – dove il regista ha abitato con la sua famiglia e che ha posto al centro dell’emozionante e autobiografico, 887; oppure visitando il Quartier Chinois di Montréal, nel quale si perderanno, appena attraversato il paifang – il tipico ingresso ad arco, rosso fiammante, che li tufferà nelle atmosfere della comunità cino-canadese, che Lepage ha ‘dipinto’ nella Trilogia dei dragoni. Perché in questa mostra, aldilà di un milieu preciso, sono le atmosfere quasi intangibili che ci permettono di rivivere un crogiuolo di emozioni e di ricordi, di accarezzare volti che raccontano storie individuali e collettive, di venire a contatto con realtà anche contrastanti, conservando alla fine la memoria di mondi rarefatti, separati dal silenzio, eppure circonfusi da un medesimo alone affettivo.

Ma questa esposizione è anche un modo per conoscere uno splendido Paese. Come ci racconta Marianna Simeone, Delegato del Québec in Italia: “Oltre a essere un talento emblematico della creazione teatrale del Québec, Robert Lepage esprime la capacità di comprendere e oltrepassare le proprie certezze. Andare sempre oltre per raggiungere l’immaginario collettivo richiede tenacia, ricerca e passione. E sono proprio queste ad animare il lavoro di Lepage. La sua costante preoccupazione di toccare l’anima del suo pubblico, ne fa uno dei migliori ambasciatori culturali del Québec. Un talento geniale e generoso che si è affermato sulle scene internazionali non solo come icona della drammaturgia contemporanea, ma come interprete e sceneggiatore d’eccezione”; e, a proposito delle relazioni Québec-Italia, è sempre Marianna Simeone a spiegare: “Il Québec ha aperto il suo primo ufficio di rappresentanza in Italia nel 1965. Già allora, infatti, il Québec attribuiva un’importanza prioritaria alle sue relazioni con l’Italia. Tutti gli ambiti di competenza del Governo del Québec e strategici alla crescita delle nostre rispettive società sono diventati gradualmente centrali nelle nostre relazioni. Non fa eccezione la cultura: gli artisti quebecchesi hanno saputo tessere legami profondi e durevoli in Italia. Prova ne è questa bellissima mostra che incarna chiaramente la forza delle relazioni tra il Québec e l’Italia, grazie ai legami che la curatrice Anna Maria Monteverdi ha saputo creare con il fotografo Marzio Emilio Villa, la compositrice Virginie Bujold-Paré e con Robert Lepage stesso. Siamo molto felici di far parte della riapertura dei musei liguri con questa mostra”.

Un’esposizione, quindi, che travalica i continenti ma altresì gli steccati tra le arti e le strutture espositive, creando sinergie positive per la Città di La Spezia. All’esperto Andrea Marmori, che ha voluto ospitare un’opera di Marzio Emilio Villa nel Museo Amedeo Lia, da lui diretto, chiudere, regalandoci un frammento di bellezza: “La vicinanza tra i due testi figurativi esposti al Museo Lia, l’irreale paesaggio di Canaletto e il veritiero eppur sospeso mondo di Villa, è stata suggerita dalla perfetta assonanza delle opere, per quella intrinseca somma di colori e forme che inducono lo spettatore ad addentrarvisi con uguale fremente curiosità, in un breve viaggio che abbatte ogni limite temporale. L’acquoso paesaggio della laguna veneziana, dove come in un’azzardata operazione chirurgica paiono innestati incongruenti edifici, è in realtà un capriccio dove il mondo è dissezionato per essere poi ricucito in un azzardo disarticolato eppure di omogenea resa. A questo azzardo risponde l’innevata terra di Villa, dove i segni umani paiono gli stessi che individuano gli svettanti edifici gotici di Canaletto, a mischiare tra loro suolo e cielo. Cielo uniformante, caliginoso per Villa e acquoso per il maestro veneziano, appena rosato dalle nubi vaporose che in lento movimento paiono prendere la loro leggera sostanza dall’umida Venezia e dalle gore del suo mare. Insomma, un dialogo diacronico che consente di osservare appaiate quelle terre dai fragili confini”.
La Spezia sorride alla primavera con la bellezza delle arti ritrovate.
nella gallery qui sotto, alcune fotografie in mostra
/ke’bɛk/ Lepage, ritratti e ambienti
Mostra fotografica di Marzio Emilio Villa
a cura di Anna Maria Monteverdi
musica di Virginie Bujold-Paré
◼︎ promossa dal Comune di La Spezia
◼︎ prodotta da Servizi Culturali del Comune della Spezia-Settore Musei
◼︎ Palazzina delle Arti L. R. Rosaia (direttore Massimiliano Curletto)
dove e quando:
Palazzina delle Arti L. R. Rosaia
via del Prione, 234 – La Spezia
inaugurazione martedì 9 febbraio 2021
fino a venerdì 5 marzo 2021
dal martedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 18.00
(biglietto d’ingresso euro 3,50)
La mostra ha il sostegno della Delegazione del Québec a Roma. Si veda il video augurale: IMG_6260.MOV (https://drive.google.com/file/d/17pNKQdkFLaT7ZbiUco3XPu4IVf34S2te/view?ts=602141b7)
L’Università degli Studi di Milano e l’Accademia Alma Artis di Pisa hanno collaborato attivamente alla sua realizzazione e promozione. Così come la società Natural Code ha dato un valido contributo.
