Un’idea dell’architetto Giovanni Michelucci per il carcere fiorentino di Sollicciano
di Laura Sestini
Chi l’avrebbe mai detto che il vituperato carcere fiorentino di Sollicciano, noto sempre di più alle cronache per la densità di sovraffollamento, i suicidi e la decadenza dell’edificio, avesse al suo interno un giardino verde e ben curato che contiene anche una vasca di acqua che può maggiormente abbellirlo con giochi di luce ed acqua?
Nella descrizione dell’istituto carcerario, che se ne fa nel sito del Ministero della Giustizia, compaiono “aree verdi”, mentre il motore di ricerca rimanda a spazi all’aperto per attività sportive.
La bella idea che il giardino, confinato dalle alte mura dell’immenso spazio perimetrale che l’istituto detentivo occupa tra Firenze e il limite del comune di Scandicci, potesse essere adibito a spazio per i colloqui fu di Giovanni Michelucci, architetto sicuramente noto per aver progettato la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella nel capoluogo toscano e altri importanti edifici in giro per la Toscana e l’Italia, compreso il grattacielo di Livorno, il più alto edificio della Toscana, inaugurato nel 1966.
Il nuovo spettacolo degli attori-detenuti della Compagnia di Sollicciano, Il giardino degli incontri, portato in scena al calar del sole con la regia di Elisa Taddei, è proprio un omaggio al famoso architetto toscano, il maggiore degli urbanisti del XX secolo, che “sponsorizzò” i colloqui all’aperto, in mezzo al verde, dove i detenuti potessero, anche solo simbolicamente, percepire quello spazio in piena libertà.

Come viene narrato da Michele Cimmino, guida turistica che si presta agilmente al teatro, tramutato in guardia carceraria, Il giardino degli Incontri fu l’ultimo progetto realizzato da Michelucci, con l’aiuto di alcuni detenuti, di cui non vide la conclusione per l’avvenuta scomparsa. Michelucci è passato a miglior vita pochi giorni prima di compiere 100 anni, nel 1990. Il carcere di Sollicciano fu inaugurato nel 1983.
Oltre ad essere un geniale architetto, l’uomo Michelucci scriveva anche poesie e riflessioni, di cui alcuni brani tratti da “Dove si incontrano gli angeli, vengono narrati dalla sua voce fuori campo, lungo il viaggio itinerante nel giardino dove la “guardia carceraria”, tra una lamentela e l’altra sul proprio lavoro in dialetto napoletano, guida il lungo corteo di spettatori.
Lo spettacolo è composto da più scene che imitano potenziali colloqui tra le persone recluse e loro familiari: coppie sposate, madri e figli, intere famiglie. Gli attori si mescolano al pubblico, che anch’esso funge da familiari in attesa dei colloqui.
Secondo Michelucci, l’esperienza di progettazione condivisa con i carcerati fu ritenuta una delle più belle della sua vita.
A disturbare la quiete del carcere, durante il turno di lavoro, ci saranno delle presenze eteree, un po’ scherzose, un po’ dispettose, che metteranno a dura prova la “guardia”, ma allieteranno le sofferenze dei carcerati. Saranno mica gli angeli di cui scrive Michelucci? Il Michelucci architetto-poeta e filosofo teneva molto alla cura delle relazioni ed era lì presente, si percepiva facilmente, seppur anche lui in forma eterea, che dall’aldilà rammentava alcuni aneddoti sulla progettazione del Giardino.
Il giardino degli incontri è una pièce teatrale divertente, un lavoro nato nell’ambito del laboratorio teatrale realizzato all’interno delle mura di Sollicciano da Krill Teatro, realtà che opera da 20 anni in carcere, sostenuta per l’organizzazione degli spettacoli da Murmuris; un’attività utilissima per rallegrare lo spazio angusto di detenzione, e per il percorso sociale (e rieducativo, anche se il termine formale non lo troviamo idoneo) delle persone private della libertà. Ilarità tra gli spettatori, espressioni soddisfatte tra gli attori, con gran finale di sonorità mediterranee eseguite dal vivo e tarantelle di gruppo.
Michelucci e Sollicciano sono un pezzo di storia della città di Firenze, due facce della stessa medaglia, la bellezza da una parte, l’orrore dall’altra. Bello lo spettacolo, appassionati gli attori, umana la scelta del giardino, sorridente il viso degli avventori, ma in lontanzanza, nel buio della sera, le finestre illuminate delle celle, mentre gli spettatori si incamminano all’uscita, stringono sempre il cuore.
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Lo spettacolo è andato in scena nell’area verde della Casa Circondariale NCP Sollicciano – Via G. Minervini, 2r – Firenze, giovedì 3 aprile 2025 alle ore 19.30, per la rassegna teatrale Materiaprima Festival di Murmuris
Il Giardino degli Incontri
drammaturgia e regia Elisa Taddei
poesie tratte da “Dove si incontrano gli angeli” di Giovanni Michelucci
coreografia Luana Gramegna
scenografia Francesco Givone con Tarek, Angelo, Remzi,
musica dal vivo Marco Magistrali, Filippo Marranci, Cristina Pettiti, Monica Santoro
produzione Krill Teatro
con il sostegno di Regione Toscana – Fondazione Carlo Marchi
con Alexander, Michele, Ellouizi, George C., Angelo, Tarek, Gianfranco, Marco, Sussanah, Daria, Stefano, Remzi, Monica, Mamadou, George T.
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Sabato, 12 aprile 2025 – Anno V – n°15/2025
In copertina: tutte le immagini di @AlessandraCinquemani