lunedì, Novembre 10, 2025

Cultura, Teatro & Spettacolo

Green is the New Red

Dall’Operazione Condor ai giorni nostri

di Laura Sestini

Per la prima volta in sala al Cinema Galleria di Bologna il 22 settembre, il film-documentario Green is the New Red è una ricerca storica e sociologica che riparte dall’Operazione Condor, attraverso cui in alcuni paesi dell’America Latina, a partire dal novembre 1975, migliaia di oppositori politici (anche solo presunti) alle dittature militari al potere in quel periodo nel continente sudamericano, edove nella rete caddero anche adolescenti, vennero torturati e uccisi dalle polizie locali, colluse con i servizi segreti a stelle e strisce, su proposta di Augusto Pinochet.

Ciò portò alla luce le pratiche già esistenti, di tortura, delle sparizioni forzate, degli omicidi arbitrari, con stime di 50mila assassinii, circa 400mila detenzioni, oltre 30mila desaparecidos, che prendevano di mira esponenti di sinistra, studenti, intellettuali, sindacalisti. Si “normalizzarono” le pratiche, come nel frangente accade in Palestina.

Ad oggi sull’Operazione Condor aleggiano ancora molti misteri, ma fu determinante la soffiata che raccolse Martìn Almada, avvocato paraguayano, che portò alla scoperta nel 1992 nella capitale Asunción, dell’Archivio del terrore, ovvero decine di migliaia di documenti conservati da Alfredo Stroessner, dittatore paraguayano dal 1954 al 1989.

La regista italo-paraguayana, Anna Recalde Miranda, per realizzare il documentario investigativo che intreccia passato e presente su questioni geopolitiche ed economiche globalizzate, è riuscita ad intessere in loco una rete di ricercatori-attivisti che narrano in prima persona su quanto accade ancora oggi tra Paraguay e Brasile per reprimere il dissenso e praticare altre tipologie di violenza che si nascondono dietro il più sfrenato neoliberismo agroalimentare di colture contemporanee à la page, quali la soja.

Martìn Almada, scomparso nel 2024, è interprete e protagonista assoluto della ricerca della regista, fonte ricchissima e preziosa di dettagli sulle violenze e le pratiche dittatoriali perpetrate dal dittatore paraguayano. Lui stesso vittima di carcerazione e atroci torture durante tre anni e poi confinato nella foresta amazzonica, fino al momento che cadde la dittatura, nel 1989. Almada, avvocato e vittima – insieme alla moglie Celeste – del terrore di estrema destra, da allora non ha mai smesso di cercare ulteriori prove per incriminare i fautori e i mandanti delle mortali violenze della dittatura militare nel suo Paese, (come se cinque tonnellate di tomi dell’archivio ritrovato non fossero sufficienti), di cui molti fuggiti in Europa, anche in Italia, coperti da individui di affini organizzazioni politiche.

Il documentario è solo un tassello di storia contemporanea che si sta svolgendo a cavallo dei confini tra Brasile e Paraguay, ma è ben narrato, con un andamento “naturale”, perché va ascoltato con attenzione, parola per parola, come se Almada fosse in presenza ad incantare, e impressionare al tempo stesso, con i suoi spaccati di verità. Una truce verità compiutasi non troppo lontano nel tempo, seppur l’America Latina da noi europei venga percepita come lontanissima, dall’altra parte del mondo, ma in realtà vicinissima per una società politicamente e corruttivamente globalizzata. E tra quello che accadeva allora, e ciò che si consuma oggi, c’è un legame molto stretto, anche se poco ravvedibile per gli occhi di comuni mortali. Grazie a chi ha lavorato, faticosamente, a rischio della propria incolumità e possibili minacce, a questa tematica così impellente da divulgare. Un film-documentario molto istruttivo.

Il documentario è stato proiettato in prima mondiale all’International Documentary Film Festival Amsterdam – IDFA e in anteprima italiana (con il titolo francese “De la guerre froide à la guerre verte”) a Bologna al Biografilm Festival 2025, dove si è aggiudicato il Premio Manifesto e il Premio del pubblico. Il film ha partecipato anche al Sole Luna Doc Film Festival a Palermo, al Dig Award a Modena, e al WeWorld Festival di Bologna.

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The Green is the New Red

Anno 2024 – 1h 45′

Regia: Anna Recalde Miranda
Produzione: Hernan Mazzeo, Isabelle Chesneau (Lardux Films)
Coproduzione: laria Malagutti (Mammut film), Eric Jarno (Tell Me Films), Andrea Gandolfo, Ivana Urizar, Javier Arroyo (Picante), Mario Adamson (Sisyfos Film Production)
Fotografia, suono: Nicola Grignani, Anna Recalde Miranda
Montaggio: Andrea Gandolfo, Giorgia Villa, Anna Recalde Miranda
Sound design: Giovanni Frezza, Alessandro Saviozzi, Andrea Gandolfo
Musica: Massimo Carozzi
Distribuzione italiana: OpenDDB – Distribuzioni Dal Basso

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Sabato, 4 ottobre 2025 – Anno V – n°40/2025

In copertina: Martìn Almada (still dal film)

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