Le illustrazioni di Tibia Beccamorti
di Tibia Beccamorti

Nota dell’autrice – Solitamente non corredo le mie illustrazioni con un testo, ma qui sentivo il bisogno di aggiungere qualche riga che non avrebbe trovato il giusto spazio in un fumetto. Premetto che di giustizia penale non ci capisco molto, ma cerco di informarmi quanto posso, ma sul caso pratico (e mediatico) del femminicidio di Giulia Cecchettin per quanto orrendo, è vero che per legge il numero di ferite o coltellate non viene preso in considerazione per comminare all’imputato l’aggravante della crudeltà. Essa fa riferimento alla sofferenza gratuita inflitta alla vittima oltre quella necessaria ad uccidere, e da questo punto di vista l’omicidio commesso da Filippo Turetta rientrava perfettamente nella “crudeltà”, in quanto da quello che si sa dalle ricostruzioni riportate sui giornali il rapimento di Giulia, con conseguente morte, è durato 20 minuti circa.
Sì, almeno al fidanzato omicida Filippo Turetta gli è stata inflitta la pena massima prevista, l’ergastolo, e fin qui sono d’accordo, ma fa molta specie che si sia voluto aggiungere la “giustificazione” dell’inesperienza. Qualunque criminale al suo primo assassinio è inesperto e il numero di ferite lievi o coltellate inferte è, a mio parere, da non prendere troppo in considerazione; in quanto anche una persona inesperta può colpire un punto vitale al primo fendente.
Altra cosa su cui mi trovo in disaccordo è il fatto che non gli sia stato riconosciuto l’aggravante dello stalking. Nell’articolo 612 bis del codice penale si fa riferimento solo a come reagisce la vittima e non si dà importanza alle azioni del persecutore, in quanto si legge “gli atti persecutori ripetuti nel tempo (minaccia o molestia) devono provocare un perturbante e grave stato di ansia o di paura o generare un fondato timore per la propria incolumità o di un prossimo congiunto, oppure devono costringere la vittima a cambiare le proprie abitudini di vita”.
Quindi se avete sul collo uno stalker, ma non ne siete a conoscenza o non vi comportate come da stereotipo non gli verrà riconosciuta l’aggravante, se dovesse finire in tribunale.
Ho trovato molta indignazione sui social riguardante la sentenza di questo caso, la maggioranza degli utenti si è sconvolta solo perché non sia stata riconosciuta la crudeltà, ma pochi o nessuno si è concentrato sullo stalking.
Questo è uno dei pochi casi in Italia in cui la legge, per come è scritta, è stata applicata, ma l’articolo 612 bis del Codice Penale è assolutamente da rivedere.
…………………………………………………………………….
Sabato, 19 aprile 2025 – Anno V – n°16/2025
In copertina: tutte le illustrazioni di @Tibia Beccamorti – Tutti i diritti riservati