Le democrazie dal “vestito buono”
di Guido Tognola
È di questi periodi, periodi di bilanci, che il Mondo si interroga sul passato recente. Passato, ridotto a pochi giorni, quasi a volersene lavare la coscienza.
Testate giornalistiche mondiali, o meno, impegnate alla ricerca del personaggio, dell’evento del racconto dell’anno che si sta per archiviare nella quasi totale indifferenza salvo quella sensazionalistica, che sarà puntualmente dimenticata il giorno dopo (“COVID e quel presunto mondo migliore che ci aspettava” insegna).
Eppure, mai come l’anno che si è concluso, un tema focale l’avrebbe: il Domani, rappresentato dall’inaudita mattanza di quelle Bambine e quei Bambini che il domani avrebbero dovuto, di diritto, costruire, crescere, vivere, godere.
Codardamente considerate Vittime collaterali, scudi umani di guerre insensate, disumanizzanti, volute e condotte da uomini infausti, criminali e collusi, che si vogliono puntualmente portatori di un’investitura “divina”, non fosse che per sfuggire al volere di una giustizia umana sempre più persa nei meandri di interessi propri, sempre più prona alle proprie menzogne, sempre più lontana dal coraggio di essere.
Morti sotto le bombe, morti di freddo, morti annegati, morti sparati, morti di fame, morti di stento, morti nei propri liquidi, morti d’odio… morti!
Le cifre sono spaventose, sempre che saranno mai veramente conosciute; ma enunciarle sarebbe come ridurre a meri numeri delle Vite che avevano il diritto ed il dovere di essere vissute, a prescindere dalla volontà di un mondo che si vantava e si vanta di essere adulto, paterno nel costruire il suo proprio futuro nel nome di quei propri giovani che non devono sapere. Dimenticando, scientemente, che quei bambini lasciati oggi mutilati, orfani, denigrati, disumanizzati in terre, più o meno lontane, o semplicemente emarginati, esclusi, alle nostre latitudini, saranno molto probabilmente “terroristi e/o guerrieri” (la differenza sta semplicemente dalla fortuna che si è avuta al momento del dove si è nati, da chi si è nati e, purtroppo, anche solo in quale ceto sociale si è nati) di un domani molto più prossimo di quanto si possa immaginare.
Le Democrazie così come oggi vorrebbero presentarsi, Democrazie dal “vestito buono”, dovrebbero anzitutto ricominciare ad interrogarsi loro stesse, su sé stesse. Interrogarsi profondamente sul senso di quei veri valori che vorrebbero rappresentare, che hanno semplicemente perso, o forse, volutamente, ricusato, trincerandosi dietro semplici miti sempre più sbandierati nel nome di vari messia (nazioni, stati, dei, ciarlatani, ecc.), resuscitati nel nome della distruzione sistemica e sistematica del coraggio della ricchezza delle diversità e della vera Democrazia.
L’Umanesimo ha lasciato il posto a nuove forme millenarie di secoli bui.
L’ecologia Umana, forse una delle ultime speranze per un mondo che voleva tentare essere migliore, lacerata, torturata, squartata ed abbandonata ai quattro punti cardinali.
Alzarsi, Indignarsi, Resistere… forse l’unico augurio per un 2025 che non sia l’ennesimo passo verso il baratro.
………………………………………………………………………….
Mercoledì, 1 gennaio 2025 – Anno V – n°0/2025
In copertina: collage digitale di Uğur Gallenkuş, artista turco