giovedì, Ottobre 10, 2024

Le riflessioni della giraffa

Cosa fare quando ci capita qualcosa di veramente spiacevole

Come usare la “sfortuna”

di Elisa Ciulli

Quando ci capita qualcosa di spiacevole ci sentiamo un po’ “sfigati” e il come ci sentiamo si riflette nel nostro ambiente nel senso che l’ambiente ci risponde come davvero fossimo degli sfigati. Se invece affrontiamo qualsiasi cosa che ci capita a testa alta come un’occasione per approfondire la conoscenza di se stessi, per trovare nuove soluzioni… allora quella cosa spiacevole diventa l’occasione di un arricchimento, e in realtà sfigato può essere addirittura una persona fortunata (o sfortunata….!??) che non ha occasioni per andare un po’ più a fondo nella sua vita.

C’è un concetto basilare nel Buddismo di cui abbiamo già parlato: “cambiare il veleno in medicina”.

È proprio un veleno ciò che ci permette di avere qualcosa che ci curerà, non è un qualcosa di neutro o di buono, è un veleno, qualcosa che ci potrebbe anche uccidere.

Noi esseri umani abbiamo la possibilità di trasformare in un vento a favore qualsiasi tempesta della vita, non importa quanto siamo intelligenti o competenti; la cosa importante è credere nel potenziale creativo della vita.

Diventa fondamentale nelle situazioni impreviste, quelle che ci disorientano, “divertirsi” a cercare nuove soluzioni. Ed è importante in questa fase essere aperti, ascoltare, perché le soluzioni ci sono e possono essere inaspettate.

E non serve a niente arrovellarsi sul come e perché è successo, almeno non serve nell’immediato; è importante farlo ma in una seconda fase, quando ci si avvicina a trovare la soluzione o meglio quando si è già trovata. Allora, in quel momento, con lucidità, capire come mai si sono verificate le condizioni perché in maniera imprevista sia capitato quel qualcosa che ci ha veramente “bastonato”, può essere utile come riflessione.

Soprattutto è importante capire e conoscere le tendenze che ci portano a fare scelte che alla lunga possono verificarsi dannose, tendenze che possiamo usare in un modo o in un altro.

Insomma, nel Buddismo non c’è niente di completamente positivo o completamente negativo. Tutto dipende dall’uso che ne facciamo.

Vorrei citare Daisaku Ikeda, a proposito del principio ‘cambiare il veleno in medicina’:

“ Non si tratta semplicemente di superare un grande male. Noi possiamo, e dobbiamo, trasformarlo in un grande bene, in una grande fortuna. Anzi è necessario coltivare l’assoluta convinzione di essere in grado di farlo.”

Questo vale sia a livello individuale che a livello collettivo, e viene ribadito più volte che, per esempio a livello individuale, non solo si può guarire da una malattia ma è possibile, e quindi doveroso, diventare più sani di prima.

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Sabato, 28 settembre 2024 – Anno IV – n°39/2024

In copertina: foto di Photosforyou/Pixabay

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