Dopo il rilascio la Corte Penale Internazionale si pronuncia
di Nancy Drew
Il 18 gennaio 2025, la Camera pre-processuale I del tribunale penale internazionale (“ICC” o “il tribunale”), per maggioranza, ha emesso un mandato di arresto per Osama Najim Habish Al Masri, noto anche come Osama Almasri Njeem, per la situazione in Libia.
Osama Al-Masri, che si presume sia stato responsabile delle strutture carcerarie a Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati , è sospettato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, tortura, stupro e violenza sessuale, presumibilmente commessi in Libia dal febbraio 2015 in poi.
In particolare, il mandato di arresto per Osama Elmasry Njeem elenca i crimini di guerra per oltraggi alla dignità personale ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, paragrafo ii) dello Statuto; del crimine di guerra di cure crudeli ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, paragrafo c), paragrafo i) ; del crimine di guerra di torture ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, paragrafo i); dei crimini di guerra di stupro e violenza sessuale ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, paragrafo e) (vi); e del crimine guerra di omicidio ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2 (c) (i), commesso nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi e per i crimini contro l’umanità della prigionia ai sensi dell’articolo 7 (1) (e); del crimine contro l’umanità della tortura ai sensi di 7 (1) (f); dei crimini contro l’umanità di stupro e violenza sessuale ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, paragrafo g); del crimine contro l’umanità dell’omicidio ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, paragrafo a); e il crimine contro l’umanità di persecuzione ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, paragrafo h) commesso nella prigione di Mitiga dal 15 febbraio 2015 in poi.
La Camera ha scoperto che i crimini stabiliti nel mandato sono stati commessi personalmente da Al Masri, ordinati da lui o con la sua assistenza da parte di membri delle forze speciali di deterrenza – conosciute anche colloquialmente come Rada – (la SDF/RADA), una milizia islamista che gestisce dal 2021 l’Istituto di Riforma e Riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli.
I crimini hanno avuto luogo nella prigione di Mitiga, contro le persone imprigionate per ragioni religiose (come essere cristiani o atei); per le violazioni percepite all’ideologia religiosa di SDF/RADA (ad esempio sospetto di “comportamento immorale “e omosessualità); il loro presunto supporto o affiliazione agli altri gruppi armati; ai fini della coercizione; o una sua combinazione.
Lo stesso giorno, il registro ICC, agendo in consultazione e coordinamento con l’Ufficio del Procuratore e sotto l’autorità della Camera, ha presentato una richiesta per l’arresto del sospetto a sei Stati parte dell’UE, tra cui la Repubblica italiana. La richiesta del Tribunale è stata trasmessa attraverso i canali designati da ciascuno Stato ed è stato preceduta da una consulenza avanzata di coordinamento con ciascuno Stato per garantire la risposta appropriata e in seguito l’attuazione della richiesta del Tribunale. Il Tribunale ha anche trasmesso informazioni in tempo reale che indicavano il luogo possibile e il movimento del sospetto attraverso l’area europea Schengen. In tandem, come previsto nello Statuto, il Tribunale ha fatto una richiesta all’ Interpol per emettere una Red Notice (avviso urgente).
Il sospetto si trovava a Torino, in Italia, nelle prime ore di domenica 19 gennaio 2025 ed è stato arrestato con successo dalle autorità italiane. Il sospetto è stato tenuto in custodia in attesa del completamento delle procedure nazionali richieste relative al suo arresto e alla consegna alla Corte. Su richiesta e comportamento nel pieno rispetto alle autorità italiane, la Corte si è deliberatamente astenuta dal commentare pubblicamente l’arresto del sospettato.
Allo stesso tempo, il Tribunale ha continuato a perseguire il proprio impegno con le autorità italiane per garantire l’esecuzione efficace di tutte le fasi richieste dallo Statuto di Roma per l’attuazione della richiesta della Corte. In questo contesto, il registro ha anche ricordato alle autorità italiane che nel caso in cui loro identificassero eventuali problemi che potevano impedire l’esecuzione della richiesta di cooperazione, avrebbero dovuto consultare il tribunale senza indugio al fine di risolvere la questione.
Il 21 gennaio 2025, senza preavviso o consultazione con il tribunale, Osama Elmasry Njeem è stato rilasciato dalla custodia e trasportato in Libia. Il tribunale sta cercando e deve ancora ottenere la verifica dalle autorità italiane sulle misure prese.
Il Tribunale ricorda il dovere di tutti gli Stati di cooperare pienamente con le sue indagini e procedimenti giudiziari sui crimini.
La situazione in Libia è stata deferita al Procuratore ICC dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella sua Risoluzione1970 del 2011.
Il 3 marzo 2011, il procuratoreannuncava la decisione di aprire un’indagine sulla situazione in Libia. Altri sette mandati di arresto ICC sono ancora in pendenza nel contesto della stessa situazione, contro Abdurahem Khalefa Abdurahem Elshgagi, Makhlouf Makhlouf ArhouMah Doumah, Nasser Muhammad Muftah Daou, Mohamed Mohamed Al Salheen Salmi, Abdelbari Ayyad Ramadan Al Shaqaqi, Fathi Faraj Mohamed Salim Al Zinkal e Saif al-Islam Gheddafi.
Il ministro della Giustizia Nordio si sta arrampicando sugli specchi, nonostante quanto riportato in Parlamento, ma le sue mosse, anzi l’inadempimento delle azioni richieste dalla Corte penale internazionale sono di sua piena responsabilità, ed anche palesi negli intenti. Per confermare possiamo ricordare le relazioni che già l’Italia ha dmostrato in passato con il Comandante Bija, addirittura invitato in Sicilia, nel 2017, ad un importante convegno sui flussi migratori nel Mediterraneo. Relazioni poco trasparenti che perdurano dal governo Gentiloni.
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Per approfondire: https://www.icc-cpi.int/situations/libya
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Sabato, 25 gennaio 2025 – Anno V – n°4/2025
In copertina: Osama Najim Habish al-Masri